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SISTEMI DIFENSIVI E MURA SACRE SULL’ACROPOLI DI LAGARIA

1. Palizzata intorno all’acropoli (825-650 a.C.)

Il sistema di difesa più antico noto dell’area dell’acropoli era una palizzata con doppia fila di pali posta  in più anelli lungo il crinale esterno dell’altopiano. Le buche di grossi pali rinvenuti lungo i versanti dell’acropoli testimoniano di una protezione dell’area sacra e dei terrazzi su cui sorgevano le capanne del centro protostorico di Lagaria. La recinzione dell’acropoli, oltre una funzione difensiva aveva certamente quella di isolare e proteggere l’area sacra sede del potere religioso e forse delle riunioni assembleari politiche e civili, dalla vita quotidiana del villaggio.  Probabilmente dei sentieri con scale a gradini e dei percorsi con accessi protetti permettevano di salire dal versante meridionale e dal crinale orientale come attesta l’uso intenso da parte di uomini ed animali e l’usura del conglomerato calcareo.

Ricostruzione del lato meridionale del Timpone Motta con i percorsi dei muri di cinta (Kleibrink da http://www.lagariaonlus.it/)
Buche di palo di una palizzata in legno che circondava l’acropoli durante l’VIII sec. a.C. (da Kleibrink 2010, p. 127, fig. 176.)

2. Acropoli: muro del temenos del sec. VII a.C. (650– 600 a.C.)

Con la costruzione del tempio Vd fu realizzata una nuova recinzione su fondamenta di blocchi di conglomerato calcareo disposti su una base terrazzata attraverso una colmata di frammenti di grandi vasi (pithoi)  e di pietre più piccole recuperati dallo smantellamento di edifici precedenti. Le mura non si presentano particolarmente poderose ne si sono trovate torri o strutture difensive per cui è facile ipotizzare che avessero solo la funzione di separare il mondo degli dei da quello degli uomini come dimostrano anche le offerte votive disposte lungo il margine del muro sacro (temenos).

Fondazione del muro di recinzione in blocchi di conglomerato (da Kleibrink 2010, p. 128, fig. 177)

3. Acropoli: muro schlager del secc. VI-IV a.C. (599– 450 a.C.)

Il muro di difesa è stato costruito sul versante meridionale dell’acropoli circa 6-7 metri più in basso rispetto il margine del perimetro dell’area sacra. Esso ha richiesto lavori di terrazzamento della roccia di conglomerato i cui detriti sono stati usati per la preparazione della base del tempio Ve.  Il muro ha uno zoccolo in pietre e malta largo circa m. 1 sopra cui si ergeva un muro di mattoni crudi che comunque non impediva la visione dal basso dei templi sulla cima dell’acropoli.  Esso presenta una lunghezza di circa 70 metri ed era munito di bassi contrafforti sul lato esterno con un’apertura centrale. Lungo il muro sono stati rinvenuti numerosissimi vasetti miniaturistici (hydriskai, alabastra corinzi,…) offerti dai fedeli come ex voto nell’Athenaion.

4. Acropoli: base di recinto del secc. V a.C.

La base di recinto scavata dalla Stoop nel 1969 è posta circa 3 metri a sud del tempio III b per una lunghezza della fondazione di circa 15 metri. Essa è costituita da blocchi di calcare di forma sub-rettangolare riadoperati da precedenti strutture. I blocchi si dispongono lungo il pendio naturale della collina in due assise di cui quella superiore presenta un intaglio a sezione rettangolare di circa 4 x 1,3 cm. La presenza di sette fori o incastri quadrati (cm 8,5) disposti sulla faccia superiore dei blocchi ad una distanza più o meno regolare di cm 115 – 125 e   profondi da 7 a 12 cm lascia intendere che il recinto fosse realizzato in tavole di legno larghe cm 3 con almeno due barre orizzontali che le fissavano ai paletti quadrangolari alloggiati negli incastri. La Stoop ha proposto che i blocchi potessero essere stati usati nella costruzione dell’edificio II,  per poi essere reimpiegati verso la metà del V sec. a.C. nella costruzione del recinto. L’ipotesi della Kleibrink che esso fosse parallelo al muro settentrionale dell’edificio Ve non può essere confermata a causa dell’incertezza circa l’identificazione delle mura relative alle fondamenta. La presenza del recinto, comunque, ha permesso alla Kleibrink di ipotizzare che nel V sec. a.C. altre divinità fossero venerate sull’acropoli oltre ad Athena, ma in templi separati.

Pianta e sezione di una parte della divisione in legno (da Kleibrink 2010, p. 125, fig. 159)
Divisione in legno ricostruita da M. Stoop (da Kleibrink 2010, p. 125, fig. 175)