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EDIFICIO II/TEMPIO. (SEC. VI – IV)

L’edificio II presenta una pianta di forma rettangolare di piccole dimensioni (m 13,30 x 7,20) orientata E-O costituita da un portico (pronaos), da una cella centrale (naos) e da un piccolo vano posteriore (ophistodomos).

Il piccolo tempio fu costruito all’inizio del VI secolo a.C. con la stessa tecnica utilizzata per altri templi arcaici dell’acropoli con fondamenta solide su basi calcaree naturali e muri realizzati con pietre fluviali spezzate, disposte, in questo caso, con le facce esterne a vista (tecnica “a sorelle”). L’ingresso era sul lato orientale su una zoccolatura delle fondamenta che vista la larghezza del muro potrebbe indicare, secondo il Mertens, che vi fossero due colonne “in antis” vale a dire che le pareti dei lati della cella si prolungavano in avanti fino a costituire le cosiddette ante a delimitare lateralmente il portico come un portale. Al centro della cella è stata individuata una grande buca rotonda nella roccia calcarea in cui era alloggiato un robusto palo che doveva reggere il tetto, mentre le altre buche poste intorno appartengono, secondo il Mertens, ad una fase di riparazione della copertura. Forse il tempio doveva avere al suo interno un altare come riporta la Stoop nel riferire di una zona di bruciato del diametro di m 1,8 nella zona del pronaos.

Da questo tempio proviene la famosa placca bronzea con l’iscrizione dedicatoria ad Athena dell’olimpionico Kleombrotos. La tavoletta fu trovata dalla Stoop nel 1965 all’interno del pronaos in uno strato al di sotto del piano d’uso dell’edificio.

Il testo lirico riportato sulla tavoletta, secondo una nuova interpretazione di Paoletti, recita:

1. Do(-) Kleom(b)rotos

2. figlio di Dexilaos (mi) dedicò

3. avendo vinto ad Olimpia,

4. eguale (a lui) per altezza e corporatura,

5. ad Atena dei premi

6. avendo promesso la decima

L’ipotesi è che Kleombrotos abbia offerto alla dea Athena come decima a seguito della promessa fatta alla dea, una sua statua (in pietra o in legno, di dimensioni reali o a scala ridotta) “uguale (a lui) per altezza e corporatura” che parlando in prima persona racconta la dedica secondo i metri ed i ritmi della lirica corale arcaica. Altri studiosi in precedenza hanno ipotizzato che la tavoletta in bronzo, munita di quattro fori lungo i margini, fosse stata fissata ad un dono che potrebbe essere: una statuetta simile a quella offerta nel tempio di Zeus ad Olimpia (Ferri), lo stesso tempietto II  (Pugliese Carratelli) oppure una statua della dea (vari). La Kleibrink insieme a Stoop e Pugliese Carratelli ipotizzano che Kleombrotos fosse un pugile o un lottatore e che considerasse Epeo come suo ispiratore ideale.

Nei pressi dell’ingresso lungo il muro sud del tempio è stato individuato un podio di blocchi di tufo tagliati irregolarmente che dovevano fungere da basamento di una edicola in cui doveva erigersi una statua di grandi dimensioni di Athena, mentre l’ipotesi che fosse la base della statua di Kleombrotos non trova conferma nella datazione del podio che pare essere più recente rispetto alla tavoletta bronzea.

Da uno strato di battuto, al di sotto del crollo della copertura, provengono inoltre una serie di figurine fittili di Pan e di ninfe che insieme ad altre simili trovate in una stipe votiva dell’edificio I, attestano una frequentazione dell’area sacra almeno fino alla seconda metà del IV sec. a. C.

156a.Pianta del Tempio II, costruito nel VI sec.a.C.
Tempio II - Foto Lagaria onlus.it